Ecco le migliori case passive. I sette vincitori del Passive House Award

Oltre al rispetto dei più stringenti parametri richiesti da Passivhaus per la certificazione degli edifici passivi, le strutture premiate ai Passive House Award si distinguono per l'elevata qualità della progettazione architettonica. Ecco i sette vincitori.


Lo scorso 25 aprile, in occasione dell'International Passive House Conference di Aachen sono stati presentati i progetti di Case Passive vincitori dell'edizione 2014 del Passive House Award. Scopo della competizione era riconoscere i migliori edifici certificati Passivhaus che oltre a rispondere agli stringenti standard prestazionali richiesti dall'istituto tedesco si siano contraddistinti anche per l'eccezionalità della loro progettazione architettonica. 

Su oltre cento progetti presentati per la competizione di quest'anno, i vincitori sono stati sette, suddivisi in sei categorie: cinque dedicate ai singoli edifici (la categoria "edifici residenziali familiari è stata a sua volta suddivisa in due sotto-categorie, case a schiera e case indipendenti, per un totale di sei edifici), cui si aggiunge una sesta categoria riservata alla premiazione di un intero quartiere realizzato secondo gli standard Passivhaus. La competizione, distintasi quest'anno per l'effettiva internazionalità dei suoi partecipanti (21 progetti arrivati in finale provenienti da altrettanti paesi del mondo), ha avuto il patrocinio del Ministero tedesco dell'economia e dell'energia e il supporto dell'Unione Europea. 

Vediamo dunque quali sono stati i progetti vincitori delle singole categorie.

Categoria Office and Special Use Building

Vincitore di questa categoria è il Kunstmuseum di Ravensburg (Germania), realizzato nel 2012 su progetto degli architetti Arno Lederer, Jórunn Ragmarsdóttir e Marc Oei. Oltre che per le sue eccellenti prestazioni energetiche necessarie a ricevere la certificazione Passivhaus, raggiunte grazie ad una sapiente combinazione di materiali isolanti, disposizione degli ambienti e sistemi attivi e passivi per il riscaldamento e il raffrescamento, questo museo si caratterizza per l'eccellenza della progettazione architettonica, al tempo stesso in linea con la sua funzione storica di polo museale e perfettamente inserita nel paesaggio in cui si trova. Una particolarità che lo rende diverso da tutti gli edifici Passivhaus è la presenza di una porta girevole, mai utilizzata prima in un edificio certificato dall'istituto tedesco, progettata in modo tale da garantire un perfetto isolamento e una buona tenuta all'aria

Il Kunstmuseum di Ravensburg

(Il  Kunstmuseum di Ravensburg)

Categoria Educational buildings

Vincitore della categoria dedicata agli edifici scolastici è il Seminar and Apartment building di Goesan, in Corea del Sud. Si tratta di una nuova costruzione realizzata dallo studio Vallentin per l'ampliamento di una struttura accademica già esistente di proprietà della Korean food manufacturers Pulmuone Health & Living Co, volta ad ospitare aule seminariali e appartamenti per gli studenti. Anche in questo caso, oltre alle eccellenti prestazioni energetiche sia nei freddi inverni che nelle calde e umide estati coreane, si aggiunge una particolare attenzione alle qualità architettoniche della struttura, che grazie all'utilizzo di forme morbide e materiali di provenienza locale, riesce ad essere pienamente integrata nel paesaggio collinare in cui è situata, diventando un tutt'uno con il contesto naturale esistente.  

Il Seminar and Apartment building di Goesan

(Il Seminar and Apartment building di Goesan)

Categoria Apartment Building

Vincitore della categoria dedicata alle strutture condominiali è il Boyen Street Zero-emission Building di Berlino, completato nel maggio 2013 dallo studio Deimel Oelschläger Architekten Partnerschaft. Si tratta di un edificio di sette piani rivestito con pannelli di legno prefabbricati e isolamento in fibra di cellulosa, il primo della città di Berlino a emissioni zero, realizzato grazie ad una comunità multigenerazionale di proprietari, composti da giovani, anziani, coppie, single e famiglie. Alle eccellenti prestazioni energetiche, ottenute grazie ad un'abile mescolanza di strategie passive e impianti attivi per la produzione energetica da fonti rinnovabili, si unisce un approccio partecipato alla progettazione da parte di tutti i proprietari, che ha portato alla realizzazione di un perfetto mix tra 21 appartamenti privati e aree comuni, tutti privi di barriere architettoniche e realizzati in modo tale da favorire la mescolanza intergenerazionale. Tra le particolarità di questo edificio si segnala la quasi assenza di impianti di riscaldamento (gli unici radiatori si trovano nei bagni), l'assenza di parcheggi per le automobili (sostituiti da parcheggi per le biciclette) e la predisposizione dell'edificio alla creazione di unità abitative più piccole a partire dagli appartamenti familiari più grandi. 

Il Boyen Street Zero-emission Building di Berlino

(Il Boyen Street Zero-emission Building di Berlino)

Categoria Single family homes

Questa categoria è stata a sua volta suddivisa in due sottocategorie, riservate rispettivamente alle abitazioni monofamiliari a schiera e alle case monofamiliari indipendenti

Vincitore della categoria case a schiera è il Belfield Townhomes di Philadelphia (USA), un gruppo di tre case a schiera destinate ai senzatetto realizzato dal collettivo Plumbob LLC. Le richieste iniziali per queste abitazioni non prevedevano alcun criterio di sostenibilità ambientale o efficienza energetica. Si richiedevano solo case per l'edilizia sociale destinate ai senzatetto e adatte ai disabili, da realizzare in sei mesi e con un budget molto limitato. Nonostante queste richieste, i progettisti hanno dimostrato che con lo stesso budget previsto negli Stati Uniti per le case destinate all'edilizia sociale è possibile realizzare edifici dalle eccellenti prestazioni energetiche, meritevoli addirittura della certificazione Passivhaus, mediante tecniche costruttive facilmente riproducibili anche per l'edilizia convenzionale. 

Belfield Townhomes di Philadelphia

(Belfield Townhomes di Philadelphia)

Vincitore della categoria case indipendenti è un progetto finlandese che comprende tre abitazioni monofamiliari indipendenti, le Oravarinne Passive Houses di Espoo, completate nel 2013 in base ad un progetto pilota realizzato dallo studio Kimmo Lylykangas Architects nel 2010. La realizzazione di case passive in Finlandia non è stata molto semplice, considerata la rigidità del clima e la scarsità di apporti solari per lunghi periodi dell'anno. I risultati eccellenti ottenuti grazie all'adozione di una struttura altamente isolata, con buona disposizione degli ambienti e l'uso di vetri quadrupli, hanno dimostrato che anche nei rigidi climi artici è possibile realizzare case che rispettano i più stringenti standard energetici richiesti da Passivhaus, senza rinunciare alla gradevolezza estetica delle forme architettoniche.

Le Oravarinne Passive Houses di Espoo, Finlandia

(Le Oravarinne Passive Houses di Espoo, Finlandia)

Categoria Retrofits

Com'è noto, Passivhaus certifica non solo gli edifici di nuova costruzione, ma anche vecchi edifici ristrutturati secondo i parametri energetici richiesti dall'istituto tedesco. Vincitore di questa categoria dedicata alle ristrutturazione è il Tighthouse di Brooklyn (Usa), edificio risalente al 1899 ristrutturato nel 2012 da Fabrica718 in collaborazione con l'architetto Melissa Cicetti. Si tratta della prima Passivhaus certificata a New York, che non solo supera gli standard energetici richiesti dall'istituto per le ristrutturazioni, ma raggiunge addirittura i parametri richiesti per le nuove costruzioni, diventando un vero e proprio modello per tutti quegli edifici che necessitano di riqualificazione energetica.

Tighthouse di Brooklyn

(Il Tighthouse di Brooklyn)

Categoria Regions

Oltre ai sei edifici di cui abbiamo parlato, il concorso, in collaborazione con l'Unione Europea, ha voluto premiare Bahnstadt, un intero quartiere situato nella città di Heidelberg, in Germania, realizzato interamente seguendo gli standard richiesti da Passivhaus.

Uno degli edifici di Bahnstadt, il quartiere passivo di Heidelberg

(Uno degli edifici di Bahnstadt, il quartiere passivo di Heidelberg)

Autore

Dott.ssa Serena Casu

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