Pitture ecologiche al latte: un metodo che deriva dall'antico Egitto

Usare il latte per dipingere oggettistica o addirittura le pareti della propria casa? E' possibile, utilizzando un metodo che arriva dall'antico Egitto. Il segreto sta nell'utilizzare il caglio, che unito a pigmenti colorati, darà origine ad una tintura non chimica e bio al 100%.


Il latte quale ingrediente base di una vernice. E' un metodo antico, che risale alla cultura egizia e che permette di creare pitture eco-compatibili. Si può utilizzare per dipingere e colorare il legno e la terracotta, ma anche le pareti interne della vostra casa. Questo tipo di pittura è adatta però soprattutto in ambienti che abbiano un basso tasso di umidità.

Benché esistano diversi prodotti in commercio a base di latte - un esempio su tutte sono le pitture naturali della Spring Color, che al latte aggiunge uovo e cera d'api - è possibile creare il prodotto in casa. La ricetta, infatti, è piuttosto semplice.

Innanzitutto occorre realizzare il caglio (detto anche quark): esso lo si ottiene unendo un po' di latte scremato, fresco e a temperatura ambiente con il succo di limone oppure con dell'aceto. Il composto va lasciato riposare per almeno 12 ore in un luogo caldo, riparato ed asciutto. Successivamente, il caglio, la parte più solida, si separerà da quella più liquida, secondo un processo assolutamente naturale; il caglio potrà essere filtrato utilizzando semplicemente un colino. Al caglio, quindi, occorre ora aggiungere l'acqua calda e, infine, a scelta vernice acrilica o gesso e pigmenti in polvere. Attenzione però: pigmenti e gesso tendono a creare numerosi grumi se versati in malo modo; è bene quindi aggiungerli poco a poco, mescolare a lungo e con un movimento costante, lasciando infine riposare il composto per un paio d'ore.

formazione del caglio

(Formazione del caglio)

Quindi, riassumendo, per realizzare una quantità di pittura al latte necessaria per coprire una superficie di circa 100 metri quadrati è necessario disporre di:

  • 4 litri e mezzo di latte fresco, scremato a temperatura ambiente per fare il caglio; per facilitare la coagulazione e quindi la formazione del caglio, alcune ricette consigliano di riscaldare il latte a fuoco basso per 5 minuti senza però naturalmente farlo bollire.
  • due tazze di aceto bianco distillato o di limone spremuto;
  • vernice acrilica o gesso (3/4 di una tazza) e pigmenti in polvere (200 grammi);
  • acqua calda, tanto quanto basta per rendere il composto cremoso; il risultato, infatti, dovrà essere una crema sottile, simile allo yogurth, ma non dovrà essere un liquido;
  • a scelta, olio di semi di lino, per aumentare la brillantezza del colore;
  • cera lacca, come protezione finale. 

Nonostante si utilizzi un prodotto naturale come il latte, è consigliabile l'uso di una mascherina soprattutto durante la trasformazione in caglio; l'odore, molto forte in questo momento, si attenuerà con l'unione dei restanti ingredienti e scomparirà dopo l'asciugatura.

Come si diceva prima, questa pittura ecologica può essere utilizzata su molte superfici; tuttavia questa devono essere sia assorbenti che aggrappanti e prive di finiture precedenti; al legno e alla terracotta, quindi, si aggiungono il gesso e l'argilla. Se il materiale è troppo assorbente, la prima mano può essere diluita con dell'acqua: la tintura, così, può essere utilizzata a mò di fondo; per le passate successive, invece, si proceda normalmente.

I colori ottenibili sono ovviamente tantissimi: le terre ed i colori vegetali, ovvero quelli che prima chiamavamo pigmenti in polvere, sono numerosissimi. Il risultato, naturalmente, sarà un colore molto più naturale e non la tradizionale tonalità imposta dai tintometri. Un'alternativa simpatica e divertente, può essere anche quella di aggiungere spezie e fiori polverizzati o macinati: oltre a donare un colore vivo e persistente, saranno in grado di emanare per un certo periodo di tempo le loro fragranze; è possibile ad esempio utilizzare il curry, il sandalo, il papavero, la lavanda, ma anche lo zafferano e il curcuma.

Autore

Dott.ssa Giulia Scatolero

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