Urban Algae Canopy: la facciata che respira

Urban Algae Canopy è l'innovativo progetto realizzato da ecoLogicStudio, in collaborazione con Carlo Ratti Associati e l'architetto Cesare Griffa. Si tratta di una nuova parete composta da microalghe e in grado di assorbire anidride carbonica, rilasciare ossigeno, produrre biomassa e migliorare, in generale, la qualità dell'aria.


Superare i confini dell'architettura tradizionale e della stessa bioedilizia per approdare ad un connubio tra sostenibilità, edilizia e agricoltura è il concetto alla base delle ricerche condotte da ecoLogicStudio, incentrate sulla realizzazione di sistemi bio-digitali integrati. Questa nuova visione è confluita in una sperimentazione volta a sfruttare le potenzialità insite nelle microalghe. Il progetto in questione si chiama Urban Algae Canopy e coinvolge anche lo studio Carlo Ratti Associati e l'architetto Cesare Griffa.

Sviluppato all'interno del Future Food District, creato da Carlo Ratti e dal suo team in occasione dell'Expo 2015 di Milano, Urban Algae Canopy riguarda la costruzione di una facciata con un rivestimento in microalghe. La scelta di usare tale elemento naturale è dovuta alle sue incredibili qualità fotosintetiche, dieci volte più efficienti di quelle possedute dagli alberi e dalle altre piante. Ciò consente di abbassare i livelli d'inquinamento, di aumentare la presenza di ossigeno nell'atmosfera, di produrre energia e, in generale, di rendere la qualità dell'aria migliore.

L'ecologia si viene così ad integrare a un sistema di architettura urbana destinato, in futuro, a portare alla creazione di futuristici giardini, edificati direttamente sulle facciate delle abitazioni o sui tetti. D'altronde, le costruzioni offrono un'incredibile quantità di spazio, metri quadrati da occupare non più con un materiale inerte come il cemento ma con superfici intelligenti, in grado di reagire al riscaldamento climatico. I rivestimenti ottenuti in questo modo, aumenterebbero le prestazioni dei tetti verdi e degli altri sistemi rinnovabili, con un maggiore assorbimento di anidride carbonica. Senza contare che gli edifici interessati dalla nuova copertura, assicurerebbero delle performance passive superiori a quelle tradizionali.

Ma in che modo funziona e in cosa consiste l'Urban Algae Canopy? In pratica, è una "pelle" progettata su misura e caratterizzata da quattro strati esterni di EFTE, un polimero dalle svariate proprietà, e dalle microalghe. Esse permettono alla parete di captare l'anidride carbonica e di trasformarla in ossigeno. Svolgono, dunque, il processo di fotosintesi clorofilliana, tramite il quale si può arrivare a produrre la biomassa e l'energia termica necessarie a soddisfare i fabbisogni dell'edificio. Un pannello di controllo gestisce i flussi energetici, dell'acqua, dell'anidride carbonica e li regola in tempo reale, adeguandoli alle condizioni meteorologiche e ai movimenti dei visitatori.

L'Urban Algae Canopy andrà a ricoprire una parte del Future Food District e una volta completata, questa facciata potrà generare la stessa quantità di ossigeno che sarebbe rilasciata da un bosco di quattro ettari e fino a 150 kg di biomassa al giorno. Il 60% di essa consiste in proteine vegetali naturali.

Dettaglio della parete in microalghe

(Dettaglio della parete in microalghe. Fonte discoverytumundo)

Le qualità dello speciale rivestimento, però, non si fermano qui. Infatti, esso è in grado di rendere le pareti più verdi e opache, in relazione alle variazioni del tempo. Ciò significa che quando l'irradiazione solare è maggiore, le alghe attivano la fotosintesi e crescono, aumentando, di conseguenza, la copertura. Viene così a verificarsi un'ombreggiatura assolutamente naturale. Questo tipo di processo,  inoltre, è influenzato e direttamente legato anche ai visitatori. Di fatto, la loro presenza mette in funzione delle elettrovalvole che modificano la velocità di azione delle alghe, comportando un costante cambiamento dello spazio. Quindi, la trasparenza, il colore e la schermatura della parete dipendono dall'intersecarsi di clima, microalghe, persone e sistemi di controllo digitale.

I prototipi dell'invenzione in scala reale, una facciata e un baldacchino, sono stati esposti nel Cortile dell'Università degli Studi di Milano, in occasione della mostra "Nutrire nuove idee per la città del Futuro", nel corso della Settimana del Design.

Dettaglio ravvicinato del rivestimento in alghe

(Dettaglio ravvicinato del rivestimento in microalghe. Fonte discoverytumundo)

Attualmente, i lavori per la realizzazione della parete "che respira" sono in corso. Bisognerà aspettare l'Expo 2015 per vedere terminato questo straordinario progetto architettonico. Un'idea in grado di dare una svolta decisiva all'architettura ecosostenibile.

Fonti
Rinnovabili.it
Carlo Ratti
Expo2015
Domus Web

Autore

Dott.ssa Elisabetta Rossi

Visualizza l'elenco dei principali articoli