Bioedilizia: la coscienza ecologica e il contributo dell'edilizia

La constatazione dello stretto legame tra problematiche ambientali e modello di sviluppo dominante induce alcuni professionisti del settore a indicare una proposta di cambiamento nelle modalità di concezione dell'edilizia. Nasce il Manifesto per un'architettura bioecologica.


Negli ultimi decenni è andata sempre più accentuandosi una particolare attenzione verso le problematiche ambientali, non solo da parte di singoli gruppi già sensibili a tali tematiche, ma soprattutto a livello di "sentire comune". La diffusione di quella che molto genericamente possiamo definire "coscienza ecologica" ha favorito lo sviluppo di numerose iniziative legislative sia a carattere nazionale che comunitario e internazionale in genere. Non è questa la sede per approfondire le singole iniziative (si pensi – tra le altre – al protocollo di Kyoto, oppure alle diverse conferenze mondiali che annualmente affrontano il problema dei cambiamenti climatici), né per analizzare meriti, risultati e limiti delle stesse iniziative. Quello che ci interessa in questa sede è riconoscere l'importanza crescente che le problematiche connesse al tema ambientale hanno assunto nella coscienza comune dei cittadini, oltre che individuare il contributo che può offrire il settore delle costruzioni se non alla risoluzione, quanto meno alla mitigazione degli impatti ambientali connessi al settore edilizio.

Se si considera che, solo a livello europeo, si assiste annualmente ad un incremento pari a circa l'1,5% del patrimonio immobiliare, nonostante una crescita demografica sostanzialmente prossima allo zero [1], con l'aumento dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra che ne consegue, ci si rende conto di quanto il settore delle costruzioni possa farsi partecipe e promotore di un cambiamento culturale prima ancora che pratico. È proprio in nome di questi principi che, dalla fine degli anni '80 del Novecento, ha cominciato ad esprimersi da parte di alcuni professionisti del settore, una precisa volontà di cambiamento nella stessa concezione degli edifici. Risale al 1989 la stesura e la pubblicazione di un Manifesto per un'architettura bioecologica. Vediamo cosa scrivevano gli estensori di questo documento, Siegfrid Camana, Gianfranco Carignano, Enrico Micelli ed Ermes Santi.

"Se osserviamo la situazione ambientale del pianeta Terra dobbiamo constatare che l'attuale modello di sviluppo sta per raggiungere il punto di rottura. E' necessaria una presa di coscienza generale per comprendere come si è giunti a tale situazione, per evitare la catastrofe che si profila, 'inventando' un nuovo modello, che sia in grado di arrestare questo processo di autodistruzione. […] L'uomo ha raggiunto, con l'attuale modello di sviluppo, i limiti di tolleranza di questa situazione innaturale. L'ambiente chiede ormai tregua alla violenza che gli viene imposta. L'attività edilizia, in particolare, è per lo più fonte di distruzione dell'ambiente. Essa non può più esprimersi come appropriazione di nuove aree, sfruttate intensamente da una attività costruttiva sempre più prepotente. […] [L'Architettura Bioecologica] si propone, come elemento fondamentale, il ripristino di un territorio sano, in cui inserire infrastrutture e servizi decisamente non inquinanti, supporti di agglomerati urbani 'vivibili', per ritrovare anche quei rapporti sociali che progressivamente si sono disgregati" [2].

Avremo modo di tornare in seguito sul Manifesto, per osservare quali sono i risultati che si prefigge di ottenere e quali le modalità con cui farlo. Per il momento possiamo soffermarci sul punto di partenza, sulle cause che hanno indotto gli estensori a redigerlo. Punto di partenza è la constatazione della stretta connessione tra problematiche ambientali e modello di sviluppo dominante. Se tale modello di sviluppo ha generato queste problematiche, la soluzione non può che essere il cambiamento proprio di questo modello, e ciò può avvenire solo se si realizza una presa di coscienza generale. Il Manifesto si propone, quindi, di modificare questo modello di sviluppo indicandone un altro, per la realizzazione del quale è necessario che l'architettura dia il suo contributo.

[1] Uwe Wienke, Manuale di bioedilizia, DEI, 2008

[2] Manifesto per un'architettura bioecologica, Udine, 15 ottobre 1989

Autore

Dott.ssa Serena Casu

A cura della Dott.ssa Serena Casu

Appassionata e attenta conoscitrice di tematiche ambientali, modalità costruttive alternative ed eco-compatibili, sistemi di costruzione ecologica e metodi alternativi per la produzione di energia.

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