Bioedilizia: l'edificio come terza pelle
L'edificio completamente ecologico non esiste. Tuttavia è possibile scegliere soluzioni più ecologiche di altre. La bioedilizia si propone di considerare gli edifici come "terza pelle" per l'uomo, con l'intento di creare un continuum tra interno ed esterno.
La gran parte delle costruzioni moderne, più che servire da "rifugio" per l'essere umano, è diventata una sorta di isolante dal mondo esterno, una barriera e uno sbarramento tra interno ed esterno, come se l'essere umano non fosse egli stesso parte del mondo e dell'ambiente naturale. È a questa concezione dell'edificio come "struttura isolante" che la bioediliza intende opporsi, proponendo, al contrario, una concezione dell'edificio inteso come "terza pelle dell'uomo" (la cute e gli abiti sono considerati rispettivamente prima e seconda pelle), in modo tale che si abbia un vero e proprio continuum tra interno ed esterno. «L'Architettura Bioecologica – si afferma nel Manifesto del 1989 - considera l'edificio come un organismo vivo, che deve inserirsi naturalmente nello spazio e non costituire una barriera sigillata tra l'esterno e l'interno, consentendo all'uomo di vivere in quell'equilibrio universale a cui il suo organismo si è conformato nel corso dei millenni».
È bene chiarire che l'edificio completamente ecologico non esiste. Tuttavia, nella costruzione di un nuovo immobile o nella ristrutturazione di un edificio già esistente, è possibile – tra le varie ipotetiche soluzioni – scegliere quelle che possono essere considerate più ecologiche di altre, tenendo sempre ben presente che quantità di risorse disponibili sul pianeta non è illimitata, considerando la loro potenziale riciclabilità (o il loro riutilizzo) e gli effetti che l'utilizzo di tali risorse provocano sulla salute dell'uomo e sull'ambiente naturale in genere. Condizione imprescindibile per la realizzazione di un edificio che si avvicini il più possibile ai criteri di biocompatibilità è, quindi, la preferenza per certi tipi di materiali rispetto ad altri.
Autore
Dott.ssa Serena Casu