Bioedilizia: arriva da Barcellona la prima parete auto-raffrescante

La parete auto-raffrescante messa a punto dai ricercatori dell'Istituto di Architettura Avanzata della Catalogna è in grado di abbassare la temperatura di 5°C e di aumentare l'umidità del 200%, abbattendo costi e consumi.


Una parete in grado di raffrescarsi in modo autonomo. Arriva da Barcellona, più precisamente dall'Istituto di Architettura Avanzata della Catalogna, una delle innovazioni più interessanti realizzata negli ultimi mesi nel campo della bioedilizia. Ispirandosi ai processi naturali, tre giovani ricercatori dell'università spagnola (Akankasha Rathee, Elena Mitrofanova e Pong Santayanon) hanno ideato e sviluppato una parete dotata di sistema in grado di rispondere alle variazioni di calore e umidità dell'ambiente circostante e, dunque, di abbassare la temperatura nelle giornate più calde. "L'ambiente è un essere vivente" - ha dichiarato Areti Markopoulou, coordinatrice scientifica del progetto e direttrice della scuola - "fa parte della natura, non è al di fuori di questa. Anche gli edifici iniziano a funzionare come organismi, ispirandosi a sistemi biologici e ad interagire con l'ambiente e gli utenti che ne fruiscono".

Ribattezzata "Idroceramica", la parete funziona come un dispositivo di raffrescamento per evaporazione, sfruttando la combinazione di un idrogel con materiali di supporto quali la ceramica e un tessuto. Il sistema messo a punto dai ricercatori dell'istituto spagnolo è in grado di ridurre la temperatura di circa 5-6°C, aumentando l'umidità, e si dimostra maggiormente efficace al crescere delle temperature esterne. 

La parete auto-raffrescante messa a punto dall'Istituto di Architettura Avanzata della Catalogna è in grado di abbassare la temperatura di 5°C

(La parete auto-raffrescante messa a punto dall'Istituto di Architettura Avanzata della Catalogna è in grado di abbassare la temperatura di 5°C )

La struttura della parete realizzata dal team di ricercatori dell'istituto spagnolo si compone di tre strati: a un primo strato di argilla, dotato di numerosi fori di forma conica che lasciano passare l'acqua e l'aria dell'idrogel, segue un secondo strato di tessuto, che assorbe l'acqua e trasmette il liquido - e che, in virtù della sua elasticità, permette variazioni del volume nell'idrogel -, per finire con un terzo strato costituito ancora dall'argilla, con uno spessore minore del primo e dotato di ulteriori fori così da massimizzare l'effetto di raffrescamento. Il prototipo realizzato dai ricercatori è stato sottoposto alla prova sotto monitoraggio: la parete idroceramica è riuscita ad abbassare la temperatura di 5°C e di aumentare l'umidità di circa il 200%. Tra gli aspetti critici ancora presenti nel progetto, è emersa la necessità di alimentare con ulteriore acqua lo strato intermedio della parete. I giovani ricercatori, tuttavia, hanno proposto di utilizzare l'acqua piovana raccolta e immagazzinata in precedenza: la parete, in altri termini, potrebbe assorbire l'acqua piovana e trattenerla, entrando in azione al verificarsi di temperature alte.

I primi calcoli relativi ai costi e al risparmio energetico raggiungibile con l'utilizzo della parete - unito ad un innalzamento della temperatura dell'impianto di aria condizionata di un grado - hanno fissato una riduzione dei consumi pari al 7%. A questo aspetto si aggiunge il costo non eccessivo richiesto dalla progettazione e dalla tecnologia integrata del sistema, nonché dei vantaggi economici legati ai materiali da utilizzare, così da arrivare a un costo stimato di 28 €/mq per la parete idroceramica.   

Autore

Dott. Andrea D'Ammando

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