Rabot Tourist Cabin: il rifugio off grid per gli escursionisti norvegesi
I professionisti della Jarmund/Vigsnæs AS Arkitekter hanno progettato e realizzato il Rabot Tourist Cabin, un rifugio ecosostenibile sito su un altopiano montuoso. Scollegato dalla rete elettrica nazionale, si autoalimenta grazie ai pannelli solari.
Collocata a 1200 metri sopra il livello del mare, su un altopiano montuoso norvegese, raggiungibile solo a piedi o con gli sci, la Rabot Tourist Cabin è uno dei numerosi rifugi costruiti in diverse zone della Norvegia per offrire un riparo e un alloggio agli escursionisti.
Dalla forma evocante un occhio, la struttura si erge al centro del paesaggio con le sue linee stilizzate e decise, il tetto spiovente e l'assenza di qualsiasi sporgenza. Una scelta architettonica necessaria per renderla il più possibile resistente alle difficili condizioni meteorologiche del sito, caratterizzate da nevicate e forti venti. Proprio in virtù di queste, la costruzione è affiancata da una cabina supplementare, situata a circa 50 metri di distanza, avente la funzione di accogliere gli ospiti nel caso in cui l'edificio padronale venga distrutto o danneggiato da una tempesta o da un qualsiasi altro fenomeno atmosferico.
(Come si presenta l'edificio all'arrivo sull'altopiano)
Il nome della baita s'ispira al geografo e glaciologo francese Charles Rabot, che esplorò le montagne più impervie della nazione. Il progetto è stato affidato e realizzato dal team di professionisti della Jarmund/Vigsnæs AS Arkitekter e l'opera rientra nella rete di hotel appartenenti alla Norwegian Trekking Association.
La Rabot Tourist Cabin è costruita con materiali locali, trasportati, per necessità, sul territorio interessato con un elicottero. Le pareti esterne sono ricoperte con spesse doghe di legno, sempre derivanti da zone limitrofe e trattate con solfato ferrico, che conferisce loro una tonalità naturale. Lo stesso legno è stato impiegato per rivestire gli spazi comuni.
(Una delle pareti vetrate)
Questi ultimi ospitano, nella parte centrale, la cucina, confinante con la sala da pranzo, il salotto e lo spazio relax, disposti in diagonale, ad altezze diverse, sul lato destro e sul lato sinistro dell'edificio. Abbiamo, inoltre, un bagno e un ripostiglio sui due rispettivi ingressi. Una scala di legno conduce a un soppalco proprio sopra la cucina, dove ci sono letti aggiuntivi e una zona giochi per i bambini, oltre ad alcuni locali per lo stoccaggio.
(Dettaglio di una delle pareti esterne rivestite di legno)
Queste zone di condivisione e dialogo sono delimitate da ampie vetrate, affacciate da una parte sulla catena montuosa e dall'altra sulla valle. Le camere, invece, si contraddistinguono per finestre molto più piccole, concepite come cornici del paesaggio esterno. I posti letto in totale sono una trentina. Qui, come nel soppalco, le pareti sono dipinte con colori tenui, allo scopo di donare agli spazi una maggiore luminosità. Non solo, questa scelta pone in risalto i mobili e gli attrezzi dei turisti.
(La finestra di una camera che incornicia il paesaggio)
Date le condizioni climatiche del luogo, gli architetti per rendere più sicura la struttura ed evitare che i vetri si distruggano per l'eccessiva pressione dell'alta quota, li hanno calibrati tutti con estrema attenzione.
(La zona relax)
In linea con i principali standard di tutela ambientale, inoltre, la Rabot Tourist Cabin è off grid, ossia staccata dalla rete elettrica nazionale. La fornitura energetica proviene, di conseguenza, dall'impianto solare montato in loco e alimenta l'illuminazione interna. Per quanto riguarda il riscaldamento, esso è fornito da due stufe presenti nelle aree comuni. Al fine di rendere la struttura più calda, in caso di pochi ospiti, una parte della baita può essere chiusa e isolata con l'ausilio di porte scorrevoli.
(La cucina in comune e la sala da pranzo)
L'arredamento consta di mobili in legno di betulla, sedie e cuscini multicolori che spiccano sul chiarore delle stanze e donano loro un aspetto familiare e accogliente, un'atmosfera casalinga. Chi sceglie di trascorrere qui qualche giorno, troverà un ambiente piacevole in cui rifugiarsi dal caos metropolitano e assaporare la quiete della montagna.
Foto
Dezeen Magazine
Autore
Dott.ssa Elisabetta Rossi