Resistenti case prefabbricate contro terremoti ed alluvioni

Dal Disastre House alla Spherical Ekinoid Shelter passando per Exos: tante varietà di case prefabbricate. Molte di esse sono sollevate appositamente da terra.


Vi sono, dispersi nel mondo, numerosi e validi architetti che sono chiamati a pensare al modo migliore di realizzare soluzioni prefabbricate, che portino l'etichetta di "sicure" e di "resistenti", contro terremoti o calamità naturali. Fra questi professionisti si distingue, ad esempio, Gregg Fleishman. E' nativo di Los Angeles, appartiene alla classe 1947, ed è non solo un noto architetto e designer, ma anche un artista pronto a dare vita a creazioni particolarissime che giocano sulla geometria, sulla praticità e sulla funzionalità.

Gregg Fleishman è conosciuto per le opere innovative. A lui si deve la realizzazione del progetto denominato "Disaster House" (DH1). Il lavoro ha preso lo start nei primi mesi del 2006, per volere del professore Nathan Shapira. Quale è stato lo scopo della "DH1"? Innanzitutto quello di creare una struttura indirizzata per i "senza tetto" di Los Angeles. Ma un altro obiettivo è stato anche quello di progettare "rifugi immediati" in qualsiasi evenienza e tempo di crisi. La prima volta che il modello DH1 è stato mostrato in pubblico è avvenuto in occasione dello show dal titolo "Swarm Galleria", in Oakland (California). Ma con quale materiale è stato realizzato il "Disaster House"? Il DH1 è stato edificato interamente con legno di compensato forato. Vi sono più pannelli di facile incastro. Tra le sue caratteristiche: la struttura si presenta modulare, flessibile ed anche resistente. Ha la forma di un quadrato di circa 14 piedi. Il pavimento non tocca in tutto e per tutto la terra, ma è stato sollevato da essa di circa 30 centimetri. A toccare, invece, la terraferma restano solamente quattro punti di contatto. La struttura di Fleishman è stata realizzata anche per mostrarsi forte contro possibili terremoti, quindi anti-sismica. La "Disaster House" è formata da pezzi che essendo di piccole dimensioni non abbisognano per forza di una gru. L'unica cosa che sembra faccia storcere il naso di questa costruzione è il suo costo che risulta essere pari a 22.000 sterline.

Un altro esempio di soluzione prefabbricata a prova di emergenza ci viene dalla "Spherical Ekinoid Shelter".

primo modello in rame

(Ecco un esempio del primo prototipo "Spherical Ekinoid Shelter", realizzato in rame).

La struttura di 34 metri di diametro può ospitare una famiglia di quattro persone, è auto-sufficiente, si trova su palafitte ed è stata studiata per poter resistere alle inondazioni ed alle tempeste. Ad essa si accede grazie ad una scaletta a chiocciola. E' alimentata da risorse rinnovabili: da energia eolica grazie ad una turbina montata sulla parte superiore e da energia solare grazie all'uso di pannelli fotovoltaici. Si parla anche di un impianto bio-gas. Ha un sistema di raccolta di acqua piovana, ed in più comprende anche un "giardino idroponico" (dal greco "udor"- acqua e "ponos"-lavoro), per la coltivazione di cibo. Si tratta di una speciale tecnica di coltivazione delle piante fuori terra. "Spherical Ekinoid Shelter" può essere edificata in meno di una settimana. Il progetto "Spherical" è stato pensato davvero in grande tanto che si spera di riuscire a sviluppare intere città eco-sostenibili "off-the grid" (senza rete) con edifici abitabili a bassissimo costo. Tutta la terra sotto tali edifici resterà libera di essere utilizzata da ogni famiglia. Il primo modello sperimentale di "Spherical Ekinoid Shelter" è stato realizzato in rame nel gennaio 2009. Il secondo modello della struttura, questa volta in argilla, è stato, invece, costruito un anno dopo, nel dicembre del 2010. Alla base il bisogno necessario di una soluzione più gestibile da un punto di vista del trasporto. L'ultimo aggiornamento della "Spherical Ekinoid Shelter" si è avuto nel giugno del 2011. C'è da sottolineare che il progetto Ekinoid è attualmente alla ricerca di partnership  e di finanziamenti per continuare a promuovere la loro attività di ricerca e così costruire un nuovo prototipo.

Ed in fine proponiamo all'attenzione per un alloggio immediato le semplicissime mini-case dal nome "Exos", progettate come soluzioni di architettura di emergenza per ospitare fino a quattro persone. All'interno si trova davvero di tutto: dai servizi fognari alla illuminazione, dall'acqua alla climatizzazione. Si dice che circa 300.000 strutture "Exos" possano essere portate su di una nave da carico, così da riuscire a fornire riparo ad 1.000.000 di persone. 

Reaction Housing System

(Ecco un esempio di modello "Exos" facilmente trasportabile).

Autore

Dott.ssa Mariagrazia Poggiagliolmi

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