Stanze sotterranee per combattere il caldo estivo. Le camere dello scirocco di Palermo

Un originale sistema di raffrescamento passivo è presente nelle Camere dello Scirocco di Palermo, grotte artificiali utilizzate dalla nobiltà come rifugio nelle afose giornate estive siciliane.


Una grotta artificiale, una corrente d'aria e la presenza di acqua. Sono i tre elementi sui quali si basa un ingegnoso sistema di raffrescamento passivo ampiamente utilizzato nelle ville palermitane tra il XVI e il XVIII secolo, per allietare il soggiorno estivo della nobiltà cittadina. Stiamo parlando delle "Camere dello Scirocco", vere e proprie stanze interrate o seminterrate scavate nella roccia al di sotto dei palazzi oppure nei giardini delle ville, utilizzate come luogo di rifugio e di protezione dalla calura estiva. La definizione di "camera dello scirocco" è presente per la prima volta in un documento notarile del 5 agosto 1691, in riferimento alla stanza sotterranea presente nella Villa delle Quattro Camere del duca di Terranova, ma la loro origine è certamente anteriore a questa data.

Il funzionamento di una Camera dello Scirocco è al tempo stesso semplice e geniale. Il loro scopo primario è quello di assicurare agli ospiti della villa un clima gradevole anche durante le afose estati siciliane, e per farlo utilizzano tre elementi: una grotta, una corrente d'aria, l'acqua. La loro struttura di base è una grotta artificiale scavata nella roccia calcarenitica di cui è composto il sottosuolo palermitano, un tipo di roccia al tempo stesso molto stabile e facile da lavorare utilizzata fin dalla preistoria. Una "Camera dello Scirocco", dunque, è in primo luogo una grotta artificiale, ambiente già di per sé in grado di fornire protezione dalla calura estiva esterna

Camera dello scirocco della Regina Costanza

(Camera dello scirocco della Regina Costanza, foto da lanostracommediajalesh.wordpress.com)

Le funzioni di raffrescamento di una Camera dello Scirocco sono però incrementate dall'utilizzo dell'acqua, presente sotto forma di sorgiva artificiale o di fontana, oppure sfruttando un altro elemento caratteristico del sottosuolo palermitano: i qanat

Il qanat è una sorta di acquedotto sotterraneo composto da un lungo canale lievemente inclinato in grado di far defluire, per caduta, l'acqua di falda da un pozzo alimentatore fino ad una vasca di raccoglimento, utilizzata poi per scopi domestici oppure per irrigare i campi. Il canale veniva scavato probabilmente in senso inverso, dalla parte terminale fino al pozzo di alimentazione, con la realizzazione man mano che procedevano i lavori di una serie di pozzi posti l'uno dall'altro a distanza pressoché costante. Tali pozzi servivano sia in fase di costruzione, per procedere con maggiore agevolezza allo scavo del canale, sia per consentire una più semplice manutenzione del sistema idrico durante la sua fase di utilizzo. 

Il funzionamento di un Qanat

(Il funzionamento di un Qanat: si notino il pozzo principale utilizzato come pozzo alimentatore e i pozzi secondari utilizzati per lo scavo del canale e per facilitarne la manutenzione)

Non si hanno notizie certe sull'introduzione di questo sistema idrico nella città di Palermo, ma è probabile che esso sia stato in gran parte realizzato durante la dominazione araba. La presenza di questo reticolo di canali sotterranei per il trasporto dell'acqua ha consentito l'ampia diffusione in città di lavatoi, bagni pubblici, peschiere e fontane, soddisfacendo il fabbisogno idrico di Palermo almeno fino al XIX secolo. L'acqua presente in alcuni dei qanat di cui è ricco il sottosuolo palermitano è stata utilizzata anche per incrementare il raffrescamento passivo di alcune Camere dello Scirocco.

Il terzo elemento costante di una camera dello Scirocco è la presenza di una corrente d'aria, spesso garantita dalla realizzazione di una canna di ventilazione sulla volta della grotta, il cui scopo è quello di agevolare la fuoriuscita dell'aria calda dall'interno e l'evaporazione dell'acqua per il miglioramento del comfort interno, oltre che quello di garantire l'illuminazione dell'ambiente. 

Nonostante le singole differenze, la gran parte delle Camere dello Scirocco di Palermo segue questo schema, ma non mancano esempi di camere atipiche che, pur mantenendo inalterato il principio di funzionamento, presentano alcune particolarità rispetto alla norma. È il caso della Camera dello Scirocco di Villa Naselli Agliata, probabilmente la più antica, risalente al 1552. A differenza di quelle settecentesche, questa Camera dello Scirocco presenta anche una costruzione simile alle torri del vento orientali, utilizzata per il tiraggio dell'aria calda interna. Altro esempio di struttura atipica rispetto alla norma è la Camera dello Scirocco di Villa Savagnone, alimentata dal qanat dell'Uscibene, uno dei più grandi della città, e dotata anche di una piccola cascata. Si tratta dell'unico esempio di Camera dello Scirocco all'aperto, ed era probabilmente utilizzata nel periodo estivo per banchetti e incontri conviviali.

Camera dello scirocco di Villa Savagnone

(Camera dello Scirocco di Villa Savagnone, foto da www.guidasicilia.it)

Per saperne di più si consiglia la lettura di

-Carla Balocco, Fauzia Farneti, Giovanni Minutoli, I sistemi di ventilazione naturale negli edifici storici. Palazzo Pitti a Firenze e Palazzo Marchese a Palermo, Alinea Editrice, 2009
-Pietro Todaro, Guida di Palermo sotterranea, L'Epos, 2002
-Pietro Todaro, Gli ipogei del sottosuolo di Palermo, in «Archivio storico siciliano», serie IV, vol.XXIX, 2003
-Pietro Todaro, I segreti di Palermo. L'acqua dei qanat, in «Archeologia viva», anno V, n. 6, giugno 1986

Autore

Dott.ssa Serena Casu

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