Villa Ficana, il quartiere marchigiano in terra cruda

Il quartiere di Villa Ficana (Macerata), costruito nella seconda metà dell'Ottocento, è un ex borgo di braccianti e manovali. Costruito interamente in terra cruda, è oggi "sito di interesse monumentale" e viva testimonianza di una tecnica costruttiva ecologica e delle modalità di vita delle classi più povere.


Fino agli anni Cinquanta del Novecento la costruzione di case in terra cruda anche in Italia era piuttosto frequente, tanto che ancora oggi è possibile trovare diversi esempi di strutture in terra cruda in alcuni luoghi della penisola. La gran parte di questi edifici si trova in Sardegna, specie nella zona del Medio Campidano, e in Piemonte (nell'alessandrino), ma anche altre regioni d'Italia hanno ampiamente utilizzato questa modalità costruttiva. Gli edifici in terra cruda sparsi per la penisola rappresentano non solo un valido esempio di abitazioni realizzate con uno dei materiali ecologici oggi riscoperti dalla bioedilizia per venire incontro alle moderne necessità di salvaguardia ambientale, ma anche una fondamentale testimonianza storica per conoscere più approfonditamente le modalità di vita delle classi più povere. 

Tra le regioni che possiedono ancora diverse testimonianze di questa modalità costruttiva, le Marche possono vantare la presenza di un intero quartiere costruito con case di terra cruda. È il quartiere di Villa Ficana, sorto nella seconda metà dell'Ottocento sul colle di Santa Croce e ormai inglobato alla periferia di Macerata, per il quale da qualche anno sono stati previsti interventi di recupero e di restauro conservativo degli edifici in terra cruda. 

Villa Ficana, il quartiere marchigiano in terra cruda

(Una stradina del borgo di Villa Ficana. Foto da www.raccontidimarche.it)

Il quartiere è stato costruito all'incirca tra gli anni Sessanta e Settanta dell'Ottocento ed è composto da una serie di casette a schiera in terra cruda che raggruppavano varie unità abitative (tra 2 e 5). Le strutture sono a due piani, collegati solitamente da una scala esterna, e la gran parte delle unità abitative è composta da due sole camere, una per piano. Le abitazioni furono costruite dai proprietari dei terreni con lo scopo di darle in affitto a chi non poteva permettersi una casa all'interno della città. La gran parte di esse, infatti, furono prese in affitto da braccianti o piccoli manovali, disoccupati o lavoratori a giornata, il più delle volte mal visti dalla popolazione cittadina.

L'uso della terra cruda non era estraneo al territorio marchigiano. Già dal XII secolo si hanno testimonianze dell'uso di questo materiale per la costruzione di alcune abitazioni, e almeno fino al primo Novecento anche alcune case unifamiliari dei piccoli proprietari terrieri erano costruite in terra cruda, per quanto si trattasse di abitazioni più grandi rispetto a quelle presenti a Villa Ficana, con più stanze e realizzate spesso in auto-costruzione. 

Le case di Villa Ficana, sono però diverse. Innanzitutto si tratta di abitazioni a schiera, realizzate non in auto-costruzione ma sotto commissione, la cui costruzione ha dato vita ad un vero e proprio borgo riservato alle classi sociali più povere. Qui la scelta della terra cruda come materiale costruttivo è dovuta con larga probabilità alla volontà dei proprietari del terreno di utilizzare materiali a basso costo reperibili sul posto per poter trarre profitto più velocemente dalla locazione delle unità abitative. 

Le abitazioni

Le schiere di case comprendono da 2 a 5 unità abitative, suddivise su due piani e composte nella gran parte dei casi da una sola stanza per piano. Adiacenti o nelle immediate vicinanze delle abitazioni si trovavano anche dei piccoli capanni utilizzati come stalle per gli animali da cortile oppure come magazzini. La strutture portante degli edifici è realizzata in terra cruda, mediante la tecnica costruttiva del "Bauge" (nel dialetto locale questa tecnica viene definita "maltone"), cioè mediante l'utilizzo di pani composti da un impasto di terra e paglia posizionati al di sopra di uno zoccolo di laterizio, per evitare la risalita dell'umidità. Lo spessore del muro diminuisce man mano che si sale verso l'alto, da circa un metro alla base, fino a circa 60 centimetri prima della copertura. La muratura composta da pani di terra e paglia è poi solitamente rivestita da uno strato levigato di terra e paglia e completata infine sia all'interno che all'esterno con intonaco.

Villa Ficana, un edificio restaurato

(Lavori di restauro conservativo a Villa Ficana. Foto da www.comune.macerata.it)

Al piano terra il piano di calpestio, in origine probabilmente in terra battuta, è realizzato il più delle volte con pavimentazione in laterizio o mattonelle. I solai sono realizzati mediante l'uso di travi di legno inserite direttamente nella muratura in terra e con un piano di calpestio di laterizi in cotto. Il tetto, a doppia falda sporgente e talvolta dotato di grondaie (di più recente installazione), era in origine realizzato con uno strato di canne rivestite dal manto di coppi. Tuttavia, questa tecnica è stata modificata nel tempo e i tetti sono stati sostituiti con impalcati di pianelle. 

Recupero e restauro conservativo

Considerato per molti anni simbolo di miseria e quasi abbandonato a se stesso, da qualche anno è cominciata una riscoperta di questo borgo e del suo eccezionale valore come testimonianza storica di una tecnica costruttiva e della stessa modalità di vita delle classi più povere della zona. A partire dal 2003 il quartiere di Villa Ficana è considerato "sito di interesse monumentale" grazie all'apposizione del vincolo conservativo da parte della Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali delle Marche, che ha favorito negli anni successivi l'avvio di interventi di studio e i lavori di recupero conservativo delle abitazioni in terra cruda. 

Villa Ficana, lavori di restauro completati

(I lavori di restauro conservativo del borgo di Villa Ficana. Foto da www.restedile.it)

Nel 2013, con l'obiettivo di valorizzare il borgo, il Comune di Macerata ha indetto il concorso "Villa Ficana: proposte progettuali per lo svolgimento di iniziative culturali negli spazi di borgo Ficana", vinto da quattro reti di associazioni culturali che opereranno nei prossimi anni per trasformare il borgo composto da case di terra cruda in un "Laboratorio della Cultura, delle Arti e della Sostenibilità urbana". 

Per saperne di più si consiglia la lettura di:

-Mauro Saracco, Architettura in terra cruda. Il caso delle Marche: dallo studio al restauro, Alinea Editrice, 2010
-Enrico Quagliarini, Camilla Tassi, Architetture in terra a Macerata. Il quartiere di Villa Ficana, Alinea Editrice, 2008
-Augusta Palombarini, Case di terra, in Sergio Anselmi (a cura di), Insediamenti rurali, case coloniche, economia del podere nella storia dell'agricoltura marchigiana, Cassa di Risparmio di Jesi, 1985

Autore

Dott.ssa Serena Casu

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